Baby business: opportunità per chi apre nidi, ludoteche e baby parking
Le esigenze dei bambini muovono attività produttive e di servizio. E le necessità di aiuto alla vita quotidiana dei genitori generano imprese. Si possono avviare strutture con obiettivi diversi, spazi per i più piccoli che offrono educazione, socializzazione e divertimento.
In Italia c’è bisogno di nuove imprese che aiutino i bambini a crescere e le famiglie a organizzarsi al meglio. Durante la pandemia, i genitori hanno gestito in casa 24 ore su 24 i membri più piccoli. Non è stato facile per nessuno. Per gli adulti, magari in smartworking, ma anche per i bambini, privati di spazi e momenti di socialità, apprendimento e gioco. Ora la vita è tornata alla normalità e tornano anche i problemi e le insufficienze della rete di nidi sul territorio.
Gli ultimi dati Istat rivelano che nel 2021, dopo un calo nel 2020, c’è stato un aumento e una maggiore regolarità della frequenza dei bimbi sotto i 3 anni nei nidi. Ma il numero dei piccoli che frequentano è ancora nettamente inferiore alla media europea: i posti disponibili coprono meno del 27% del totale. E sono per circa la metà in strutture pubbliche. Pochi nidi, welfare insufficiente scoraggiano i progetti di avere bambini. E quando arrivano, molti genitori, soprattutto le madri, mettono in pausa la propria attività o crescita personale per occuparsi dei figli. Un grosso aiuto può venire da nidi o strutture ludiche che offrano servizi adeguati e abbiano rette abbordabili.
Una buona notizia per chi progetta un nido privato, uno spazio gioco o un’attività di babysitting, anche a domicilio, che possano integrare l’offerta dei nidi comunali. Soprattutto al Sud.
Opportunità dal Pnrr
L’Italia sa che c’è un gap tra noi e altri Paesi europei da colmare. Il Pnrr prevede uno stanziamento di quasi 660 milioni di euro per accelerare il “Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia”. Il target fissato per dicembre 2025 è quello di creare 264.480 nuovi posti per asili nido e scuole per l’infanzia. Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, ha pubblicato due procedure di gara rivolte ai Comuni, per supportarli nel lancio di bandi (https://ingate.invitalia.it). Il Governo dedica 4,6 miliardi di euro al sostegno dell’edilizia scolastica per la fascia di età 0-6 anni, per aumentare l’offerta educativa su tutto il territorio nazionale attraverso la riqualificazione e la costruzione di nuovi asili nido e nuove scuole dell’infanzia, incrementare il servizio e migliorarne la qualità, facilitare le famiglie nella conciliazione tra vita privata e lavorativa, promuovere l’uguaglianza di genere e il lavoro femminile, e incrementare il tasso di natalità. Le gare sono suddivise in 22 lotti geografici e prevedono l’affidamento di lavori per accelerare 362 interventi su edifici di proprietà di Comuni dislocati su tutto il territorio nazionale.
Questi lavori coinvolgeranno imprese edili, di arredamento, di produzione di sanitari, utensili e attrezzature per la ristorazione, di materiali didattici, ma anche progetti e servizi educativi, ludici, di assistenza. Possono nascere asili nidi privati, centri ludici o ludoteche, baby parking… Tutte queste attività sono in crescita e sono una buona opportunità per mettersi in proprio, se si ha la passione e la preparazione necessaria.
Asilo nido
Accoglie bambini tra i 3 mesi e i 3 anni. Ha diverse finalità: l’educazione con un progetto formativo, la socializzazione, l’accoglienza, l’inclusione e la tutela dei diritti dei piccoli. L’operatore di asilo nido deve avere un Diploma di maturità socio-pedagogica o una Laurea in scienze pedagogiche o scienze della formazione, oppure un Master universitario dedicato alla formazione della prima infanzia o un Diploma da maestra d’asilo, operatore di servizi sociali, assistente per l’infanzia, assistente dei servizi sociali o dirigente di comunità infantile.
Attenzione: l’imprenditore che avvia la struttura può non avere questi diplomi, ma deve assumere personale che ne sia in possesso per occuparsi dei bambini. Gli spazi fisici devono essere a norma (sicurezza, igiene, agibilità, impianti), secondo le indicazioni regionali o statali. Ambienti luminosi, con buona aerazione, con aree distinti per l’attività formativa e il gioco, il riposo, la mensa e bagni a dimensione di bambino. Spigoli di muri e mobili devono essere protetti. Il numero di bambini (dai 20 ai 50) dev’essere proporzionato agli spazi, minimo 6 mq per bambino. Il numero di educatori varia in base al numero di bambini e alla loro età: per i più piccoli (3-12 mesi), serve un educatore ogni 4/5. Il numero di bimbi per educatore cresce, con il crescere dell’età. Poi servono addetti a servizi di cucina e alla pulizia. L’apertura dev’essere garantita per 42 settimane, da lunedì a venerdì. Per cominciare servono: l’apertura di una partita IVA e delle relative posizioni INPS, l’autorizzazione certificata del Comune presso lo Sportello per le Attività Produttive, da rinnovare ogni 3 anni, il nulla osta sanitario ASL, assicurazioni per la sicurezza dei bambini e del personale. Bisogna informarsi sui requisiti necessari in ogni singolo comune.
Per gli asili nido c’è domanda superiore all’offerta. La differenza la fanno il livello di servizio e la preparazione del personale. Il passaparola, supportato da pubblicità locale e social, aiuta ad acquisire nuova clientela. Importanti anche la scelta della località e il bacino di utenza. Se è sufficientemente ampio non c’è difficoltà a reperire clienti. Qualche asilo nido offre prestazioni integrative, come una grotta del sale, che aiuta a prevenire malattie respiratorie, punto debole dei bimbi, soprattutto nelle grandi città. Interessante la proposta degli agriasilo, attività complementari in aziende agricole ed agriturismi, che spesso offrono anche pet terapy ed educazione ambientale. E possono organizzare campi estivi esperienziali per bambini di diverse fasce d’età.
Ludoteca
È uno spazio dove i bambini possono giocare e socializzare. Ci sono anche ludoteche per adulti e anziani, dove ci si diverte con giochi da tavola, si organizzano incontri e laboratori.
Non serve uno specifico titolo di studio per aprirne e gestirne uno, ma ci devono operare dei diplomati con formazione specifica in attività socio-educative. Lo spazio non dev’essere inferiore agli 80 mq (esclusi i bagni). Ogni bambino deve disporre di almeno 4 mq, gli ambienti non possono essere seminterrati. Necessari due bagni, uno con accesso disabili, e locali diversi per l’accoglienza, l’ufficio, area gioco e laboratori, con arredamento e pavimenti a norma di legge. Perché il business sia redditizio, il business plan deve prevedere tariffe adeguate (non troppo alte), quindi un notevole afflusso di utenti durante tutta la settimana, in diverse fasce orarie.
Baby parking
Accoglie bambini dai tredici mesi ai sei anni di età, custodendoli per massimo 5 ore al giorno. La struttura dev’essere adeguata ai servizi, a norma, sicura. Indispensabili educatori diplomati, l’assicurazione, l’agibilità dei locali, il rispetto delle norme igienico-sanitarie. Si accolgono 25 bambini al massimo. Non è previsto l’obbligo di somministrare i pasti.
Per ludoteche e baby parking invece è necessaria una certa creatività nel progettare e offrire servizi che attraggano il pubblico e assicurino un tasso di riempimento sufficiente al raggiungimento del break even. Il rischio è quello di riempire la struttura solo nei weekend e per qualche festa di compleanno infra settimanale. Bisogna essere originali nell’offrire giochi attrattivi per i bambini e in grado di creare una fidelizzazione. Meglio offrire anche servizi complementari che possano interessare gli adulti, come spazi riservati per socializzare e ber un caffè. Soprattutto è necessario comunicare in maniera efficace, creare eventi, essere presenti sui social.
Nido in casa.
È un nido privato, in piccolo, per un massimo di sei bambini, che si può aprire in un appartamento. La casa deve rispondere ai requisiti di sicurezza e di igiene. Per avviarne uno, se non si ha un diploma specifico, si può seguire un corso per “Tagesmutter”, che oscilla tra le 200 e le 400 ore, a seconda delle regioni.
Investimenti.
Quelli per avviare un nido privato dipendono dalle dimensioni della struttura, dai lavori di adeguamento e allestimento necessari. Ma si parte da almeno 40mila euro. Per i nidi, ludoteche e baby parking, ci sono anche proposte in franchising, con investimenti sotto i 40mila euro, grazie alle logiche di catena, di forniture e know how sperimentati in altri nidi con la stessa insegna. Si consiglia, come sempre, di analizzare bene prima il contratto di affiliazione e consultare franchisee già operativi sul territorio.