Avete pensato all’ipotesi franchising? Ecco i 6 punti chiave da considerare.
Il microcredito è una fonte di finanziamento importante per chi ha una idea imprenditoriale e la motivazione per portarla avanti.
Ma mettersi in proprio non è così facile, richiede studio e preparazione. Il franchising può rappresentare a questo punto una soluzione efficace per accelerare i tempi e ridurre i rischi di startup. Secondo Assofranchising il tasso di mortalità dei negozi in affiliazione è stato del 33% inferiore rispetto a quello dei negozi tradizionali indipendenti.
Franchising, un settore in crescita.
Nel nostro paese il franchising mostra una tendenza di crescita ininterrotta dal 2015. Nel 2020 il franchising vanta in Italia un fatturato di 24 Miliardi di Euro e oltre 50 mila punti vendita. Questa crescita è da mettere senza dubbio in relazione con il crescente numero di persone che desiderano mettersi in proprio e temono al contempo le incognite che tale scelta comporta. Il franchising rappresenta spesso una via d’uscita ragionevole e con buone prospettive.
Quali sono i vantaggi del franchising?
Prima di tutto quello di avere un modello di business collaudato e che ha già dimostrato di funzionare. Per noi, che finanziamo con microcredito molte startup è sempre fondamentale il business plan. Ma spesso l’aspirante imprenditore non ha competenze sufficienti per iniziare una nuova attività in sicurezza e rappresentare chiaramente le aspettative in un business plan. Invece il franchisor dispone di un modello di business plan validato attraverso numerosi casi, che può essere adattato con pochi passaggi alla realtà locale in questione.
Inoltre il franchisor si prenderà cura di erogare la formazione necessaria, affinché il franchisee abbia le massime possibilità di successo. In genere non si tratterà di un intervento una tantum, ma di assistenza continua e training sul posto di lavoro.
Un altro vantaggio si trova nel marketing. Un franchisor, operando su scala nazionale o comunque su ampia scala, può permettersi di attuare politiche di marketing ben studiate e di sostenerne le spese. Spesso gode di un marchio già conosciuto, che viene concesso in uso con un accordo di esclusiva territoriale.
Il franchisor inoltre costituisce il canale principale di approvvigionamento della merce e anche qui, godendo di economie di scala, sarà in grado di offrire un assortimento migliore a costi più contenuti rispetto a quanto potrebbe fare un operatore indipendente.
Nel valutare le richieste di finanziamento Microcredito Di Impresa dà grande valore all’abbattimento del rischio e alla maggior chiarezza e coerenza del business plan, quando si tratta di una attività in franchising.
E quali sono le indicazioni da seguire per chi vuole aprire una attività in franchising?
Se è vero che il franchising riduce spesso le difficoltà nel dare vita ad una impresa, è bene ricordare che la scelta di mettersi in proprio è sempre una scelta impegnativa e richiede la massima cura.
Ecco le nostre 6 raccomandazioni:
1. Scelta dell’attività. Scegliete una attività per cui vi sentite portati, affine alla vostra sensibilità. Il franchisor vi insegnerà certamente come svolgere adeguatamente il lavoro, ma se ne sapete già qualcosa e avete vocazione per quel lavoro, tutto risulterà più facile.
2. Reputazione. Occorre prendere informazioni sulla affidabilità della impresa franchisor.
È una società conosciuta nel suo settore? Come si presentano i suoi bilanci? Come sono la struttura organizzativa e i programmi di formazione per l’affiliato? È convincente il piano di marketing? Di solito è lo stesso franchisor che può fornirvi queste informazioni e per legge è tenuto a farlo. Non guasta sentire qualche altro franchisee e visitare qualche punto vendita, fare verifiche sulla reputazione on line.
3. Business plan. Questo sforzo è enormemente facilitato con il franchising, perché in genere, come si è detto, il franchisor dispone già di schemi che possono essere adattati alla situazione locale specifica. È necessario tuttavia verificare con il franchisor qual è il bacino di utenza minimo sostenibile per quel tipo di attività e qual è il potenziale della zona assegnata. Assicuratevi che sia chiaramente definita l’esclusiva di zona. Inoltre è compito del franchisee verificare l’entità dei mezzi finanziari necessari, prevedere le opportune riserve, e quindi assicurare la disponibilità di mezzi sufficienti alla neo impresa, anche attraverso adeguati mezzi propri.
4. Contratto. Il contratto deve avere una durata sufficiente ad ammortizzare gli investimenti, generalmente non inferiore a 3 anni e deve specificare l’ammontare dell’investimento iniziale e del diritto d’ingresso, oltre l’importo e le modalità di calcolo e pagamento delle royalties.
5. Legge franchising. La legge sul franchising è una legge di trasparenza, impegna il franchisor a fornire tutte le informazioni utili a valutare la sostenibilità dell’impresa. Per legge si hanno 30 giorni per sottoscrivere il contratto, deve essere possibile visionare il bilancio degli ultimi 3 anni del franchisor, la descrizione del marchio registrato, la lista degli affiliati esistenti.
6. Consulenza. Suggeriamo di consultarsi sempre con un commercialista, un avvocato o un esperto delle associazioni di categoria prima di firmare un contratto. I nostri tutor possono essere senz’altro di aiuto.
Su internet troverete numerosissime referenze sulle attività in franchising, che sono spesso B to C, rivolte a consumatori finali, ma possono essere anche B to B, rivolte a imprese, come attività di logistica, servizi postali e altri servizi alle aziende. Segnaliamo tra le altre Assofranchising (https://www.assofranchising.it/).
Anche noi torneremo su questo argomento, con esempi specifici.
In ogni caso raccomandiamo agli aspiranti imprenditori di considerare a fondo questo tipo di opportunità.